La leggenda di Bob Wind

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Trailer

titolo originale:

La leggenda di Bob Wind

regia di:

sceneggiatura:

Dario Baldi, Alberto Nucci Angeli, Elena Casaccia

fotografia:

scenografia:

produzione:

Guasco, in associazione con Frog & Roll, con il sostegno di Marche Film Commission, Trentino Film Commission

paese:

Italia

anno:

2016

durata:

103'

formato:

colore

uscito il:

10/11/2016

Anna, una giornalista italo-francese di successo, molla tutto per mettersi sulle tracce di una storia che potrebbe far luce sul suo passato.
Arrivata in Italia, inizia le sue ricerche su Roberto Cimetta, uomo di teatro folle e creativo, morto giovanissimo negli anni ’80 dopo aver ispirato una generazione di artisti. Sarà un filo a portarla dal figlio di Roberto per scoprire un altro pezzo di verità e dare un senso alla sua storia.

NOTE DI REGIA:
Roberto Cimetta è un personaggio unico, in tanti sensi. La sua storia artistica e personale l’ho sentita risuonare subito dentro di me, non appena ne sono venuto a conoscenza. Il valore della sua personalità e del suo lavoro, con i suoi chiaroscuri, mi è apparso ancor più necessario da esporre in un film. Non ho mai pensato nemmeno per un attimo di fare di questo film la sua glorificazione, ma ho sempre sentito che l’azione più grande di Roberto fu quella (ed è ancora oggi) di creare comunità, di essere inconsapevolmente un mezzo di comunicazione per gruppi di persone che veramente con lui hanno condiviso qualcosa, in maniera picaresca se vogliamo, o più approfondita in un secondo momento, ma in ogni caso con segno forte, positivo, coraggioso. Il coraggio di osare, di uscire dagli schemi, di creare davvero, in molte forme. Una creazione che a volte porta dolore, nell’ambito personale, ma anche uno sguardo diverso della vita, per chi gli è stato accanto. Troppo spesso l’artista viene solo accostato al cliché del genio e sregolatezza, ed Anna, sulle tracce di Cimetta, si interroga per ragioni forse personali sul fatto che si possa essere artisti e uomini di famiglia, capaci di lasciare molto più di un’immagine troppe volte stereotipata. Sono gli occhi di Anna che lo chiedono e ci aiutano a scoprirlo, e volutamente ho separato nettamente le due storie per farle poi convergere in un unico momento di spazio tempo. Il film non giudica, si propone solo di raccontare una storia umana, lasciando allo spettatore ogni possibile valutazione esteriore ed interiore. Ci tengo a sottolineare l’importanza di tutti i personaggi all’interno del film, per me è come se fossero tutti Cimetta, nelle più svariate forme, e quindi densi di significato. In tempi così difficili come i nostri, dove la fantasia, la voglia di spettacolo, di storie, di umanità sembrano essere spesso messe in secondo piano, se solo uno degli spettatori di questo film riconoscerà dentro se una rinnovata voglia di provarci, di uscire fuori, di creare qualcosa di piccolo o la più folle delle imprese, di essere travolto così come lo è Anna, allora sì, la storia di Roberto sarà servita ancora una volta in più.