Fino a qui tutto bene

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Fino a qui tutto bene

Fino a qui tutto bene

Fino a qui tutto bene

titolo originale:

Fino a qui tutto bene

titolo internazionale:

So Far So Good

regia di:

fotografia:

scenografia:

Rincen Caravacci

costumi:

Rincen Caravacci

musica:

I Gatti Mezzi e Zen Circus

produttore:

produzione:

vendite estere:

paese:

Italia

anno:

2014

durata:

80'

formato:

colore

uscito il:

19/03/2015

L'ultimo weekend di cinque ragazzi che hanno studiato e vissuto a Pisa, nella stessa casa che è stata per loro teatro di amori nati e finiti, festeggiamenti per i trenta e lode e nottate passate insonni su libri indecifrabili. Adesso quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto, sta per finire. Ognuno prenderà direzioni diverse, andando incontro alle scelte che determinano il corso di una vita. Chi rimanendo nella sua città, Pisa, chi partendo a lavorare all'estero. Insomma il racconto buffo, ironico ma anche profondo degli ultimi tre giorni di un gruppo di amici che hanno vissuto il momento più bello della loro vita e che non si vedranno più. Una metafora di una generazione chiamata ad una sfida.

NOTE DI REGIA:
Nel 2013, l’Università di Pisa mi chiede di realizzare un documentario. E mi sorprendo ad ascoltare ragazzi che, anziché lamentarsi per la crisi, hanno un atteggiamento di sfida. Di rilanciare, piuttosto che arrendersi. Per questo, quando ci è venuta l’idea di raccontare la fine di quel periodo protetto e acerbo, anziché andare da un produttore a farci dire che i soldi erano finiti, anziché arrenderci, abbiamo messo su un’armata Brancaleone di giovani entusiasti. L’organizzatore era il proprietario di una libreria, il data manager uno stagista del Tirreno, la segretaria di edizione era la sceneggiatrice e mia compagna, incinta di cinque mesi. Avevamo un solo macchinista/elettricista, una sola costumista/ scenografa. Eravamo liberi di fare un film che ci apparteneva. Gli attori dormivano nella casa dove giravamo e così diventavano davvero coinquilini, e non spendevamo per l’hotel. Questo clima ci ha fatto diventare i personaggi del film. Gli attori indossavano i loro veri vestiti, le stanze erano le loro, e quando abbiamo dovuto lasciare quella casa, avevamo davvero un groppo in gola.